Abusa della moglie per venti anni: “Se ti uccido non mi fanno niente e le tue figlie restano orfane”

Abusi e violenze per venti anni: è quanto denunciato da una donna. Nei confronti del marito, un poliziotto della penitenziaria oggi in pensione, è scattato il processo. La insultava e la minacciava con violenza: "Ti cancello dal mondo e le tue figlie restano orfane – le avrebbe detto – Tanto se ti uccido, a me non fanno nulla". In un'altra circostanza, le avrebbe sferrato un calcio al ventre mentre era incinta, procurandole un aborto. Per l'uomo, un sessantaduenne, a termine del rito abbreviato è arrivata la condanna a quattro anni di reclusione, dopo che il pm ne aveva chiesti otto, per maltrattamenti, sequestro, lesioni e violenza privata. Ora è stato trasferito in carcere, per non aver rispettato i domiciliari.
Abusi e minacce: "Se ti uccido, a me non fanno nulla"
Gli abusi sono iniziati nel 2001, quando è nata la prima figlia della coppia, come riporta il Corriere della Sera. Secondo quanto ricostruito, avrebbe la situazione è sembrata grave fin da subito: l'uomo avrebbe insultato continuamente la moglie e si sarebbe appropriato del suo stipendio, spesso tornava a casa sotto l'effetto di stupefacenti. Una situazione che, presto è diventata insostenibile per la donna.
Prende a pugni la moglie e le procura un aborto
Le violenze, però, sono continuate nel corso del tempo. E da verbali ed economiche, si sono fatte anche fisiche. Ne è l'esempio, come ricostruito nel corso del processo, di un calcio che l'uomo avrebbe sferrato verso il ventre della moglie. All'epoca la donna era incinta, ma dopo la violenza della botta ha perso il bambino. L'escalation di violenza si è fermato qualche tempo fa, quando la donna si è rivolta all'avvocato Francesco Missori e ha denunciato il marito. Che è finito a processo.
Le minacce e l'arresto
Non appena appreso della denuncia, l'uomo ha ricominciato a minacciarla. Stavolta, però, le avrebbe intimato di riallacciare i rapporti. Prima avrebbe detto di essere intenzionato a togliersi la vita, poi ha minacciato di ucciderla, se soltanto non avessero riallacciati i rapporti. Nei suoi confronti sono stati disposti gli arresti domiciliari, non rispettati. Il sessantaduenne avrebbe provato a contattare più volte la moglie. Così è scattato il trasferimento in carcere.